Quella goccia che fa traboccare il vaso…

Il colpo di frusta cervicale, come vediamo nella figura qui accanto in un incidente stradale, consiste in un repentino movimento passivo del capo dall’avanti verso l’indietro o viceversa, o da   movimenti in lateralità, che creeranno uno shock da stiramento delle componenti muscolo scheletriche del collo. Questa situazione sfocia in una vera e propria distorsione della colonna cervicale che nelle ore successive all’evento traumatico potrà dare sintomi quali dolore al collo, sensazioni di vertigini e nausea. Post trauma è sempre meglio effettuare una radiografia della colonna cervicale, ancor meglio se accompagnata da una proiezione trans buccale che controlli eventuali fratture (soprattutto se vi è stato un urto della testa). Come si può ben osservare qui accanto accadrà spesso di produrre una verticalizzazione del tratto cervicale per un effetto antalgico.

Molte persone dopo un colpo di frusta anche banale, iniziano ad accusare una esacerbazione di tutti quei sintomi che avvertivano in minor entità anche prima del trauma, quali cefalee, dolori cervicali con o senza irradiazioni agli arti superiori, vertigini e nausea, persino lombalgie. Insomma si crea la condizione descritta dal titolo iniziale dell’articolo; su un terreno fertile di pregresse rigidità della colonna vertebrale e di varie aree muscolari (causa, sino al momento del trauma, di sintomi trascurabili) vengono a saltare quei meccanismi di compensazione e di difesa prodotti dalla persona nel tempo per continuare a muoversi senza avere dolore. L’azione dell’osteopata sarà quella di testare le aree corporee poco mobili, previo esame della nuova condizione posturale prodotta dall’evento traumatico, con l’intenzione di ridare un movimento ed una elasticità fisiologica, inizialmente a distretti corporei lontani dalla zona di maggior dolore, ed in modo da favorire un recupero autonomo delle strutture corporee.